Luigi Ceci
Sintassi latina
Genitivo possessivo
Il genitivo possessivo esprime a chi appartiene o a chi spetta una cosa o una persona: domus patris (= domus est patris), modestia puellae, filius Antonii.
Spesso, quando il genitivo possessivo è un nome proprio, si ha l’ellissi del nome da cui dipende, se questo è filius, filia, servus, uxor o aedes e templum, questi dipendenti a loro volta da ad o, raramente, da in, ante e ab: Marcus Marci (filius); Tulliola Ciceronis (filia); Terentia Ciceronis (uxor).
Liv. 1, 41, 4: Habitabat rex ad Iovis Statoris.
Hor., Sat. 1, 9, 35: Ventum erat ad Vestae.
Cic., ad Att. 16, 14, 1: In Telluris.
Liv. 10, 47, 4: Via a Martis silice ad Bovillas perstrata est.
Cic., Phil. 6, 5, 12: Ante Castoris.
A volte si ha anche l’elisione di urbs e di oppidum.
N.B. L’uso dell’ellissi non è nell’antico latino. Si trova per la prima volta in Terenzio ed è assai frequente nelle epistole di Cicerone e in Livio. Forse si ebbe per influsso del greco. Non si hanno esempi di ellissi di aedes o di templum dipendenti da preposizioni diverse da quelle sopra ricordate.
Quando il genitivo possessivo è un pronome personale, si cambia nell’aggettivo possessivo corrispondente: hortus meus, diligentia mea, nostra virtus. Se al pronome personale è unita una determinazione attributiva, questa va in genitivo e si pone tra l’aggettivo e il nome: meus ipsius hortus, mea unius diligentia; nostra omnium virtus.
Con omnium, però, si usa quasi sempre nostrum o vestrum.
Cic., in Cat. 1, 7, 17: Nunc te patria, quae communis est omnium nostrum parens, odit ac metuit.
Raramente, si adoperano i pronomi nostrum e vestrum invece dei corrispondenti aggettivi possessivi (consensus vestrum per consensus vester).