Luigi Ceci
Sintassi latina
Verbi di ricordare
Cic., de div. 1, 63: meminit praeteritorum.
Cic., de fin. 1, 62: praeterita meminit.
Spiegazioni che si danno:
-
il genitivo dopo i verbi di ricordare è il così detto genitivo partitivo;
-
il genitivo è dovuto all’idea sostantivale inerente al verbo;
-
differenza tra genitivo e accusativo: si usa il genitivo quando si indica lo stato continuato della mente, l’accusativo quando indica un singolo atto.
Tutt’altro. Il genitivo è uno sviluppo:
-
il genitivo coll’aggettivo participiale oblitus;
-
costruzione regolare del pronome personale e riflessivo: meminit sui.
Il genitivo con memini sorge per l’influsso del pronome personale e per l’influenza dell’aggettivo di obliviscor.
Il genitivo con memini cresce nell’età augustea, non nell’età ciceroniana.
Coi verbi di ricordare e di dimenticare sono in concorrenza l’accusativo e il genitivo.
I) Riguardo a persone:
-
si hanno pronomi personali e riflessivi al genitivo con memini e obliviscor;
-
altri rapporti a persone stanno regolarmente al genitivo con obliviscor. Con memini l’accusativo è la regola fino all’età ciceroniana, poi il genitivo; raramente si ha con memini la persona all’ablativo con de.
II) Riguardo alle cose, memini, reminiscor e obliviscor hanno ora il genitivo ora l’accusativo. Però memini e reminiscor hanno una preferenza per l’accusativo. Obliviscor preferisce il genitivo. Reminiscor è usato raramente:
-
il neutro dei pronomi e gli aggettivi sostantivantivali al neutro sono regolarmente all’accusativo;
-
i nomi neutri stanno nell’età ciceroniana all’accusativo;
-
recordor non prende mai il genitivo. Non assume mai un oggetto diretto riguardo alle persone. Talvolta si ha recordor coll’ablativo con de;
-
venit mihi in mentem è del linguaggio familiare. Un centinaio di esempi in Plauto, Terenzio, Cicerone ma meno di una dozzina nella restante latinità, compresa l’età augustea. La cosa ricordata è soggetto di venit ed è o il neutro d’un pronome o una proposizione infinitiva. Di rado la frase regge de coll’ablativo. Talvolta ha il genitivo per analogia di memini.
Sall., Iug. 33, 4: Romae Numidiaeque facinora eius memorat.
“Ricordare ad uno”:
-
admonere aliquem de. Usati anche commonere e monere, ma più rari di admonere. Il più usato da Cicerone è admonere aliquem de aliqua re (e anche de aliquo);
-
Nota: admoneo alicuius rei è usato da Cicerone solo in Top., 5: huius aeris alieni. Anche in Sallustio e Livio.
-
Monere aliquem de aliqua re; commonere aliquem de aliqua re;
-
Raro commonefacere: in Cicerone solo nelle prime orazioni e alcune volte nelle lettere. Ma commonefacere aliquem de solo nella tarda latinità. L’uso classico è col genitivo: aliquem alicuius rei (cfr. Iug. 49, 4: solo esempio in Sallustio). Commonefacere aliquid, commonefieri alicuius rei in Cicerone.
Oblivisci aliquid solo in Cicerone una diecina di volte contro 30 genitivi. In Cesare, Nepote, Sallustio, Livio 21-33 solo col genitivo: alicuius rei.
Memini aliquid in Cicerone molto più frequente di alicuius rei. Memini aliquem solo in Cicerone, insieme a memini alicuius.
Meno usato reminiscor. Mai in Sallustio e in Livio 21-23. Cesare solo in bell. Gall. 1, 13, 4 col genitivo di cosa.
Cesare, in bellum Gallicum, ha moneo, admoneo, commoneo, memini, recordor, mihi in mentem venit.
Recordor aliquid: Ces., bell. Civ. 3, 72, 4. In Cicerone una quarantina di volte. Recordor alicuius rei raro in Cicerone: forse solo in Pis., 12. Recordor de aliqua re anche raro: ad Att., 4, 17, 1. Recordor de aliquo in p. Scaur. 49: de te recordor.
Cic, p. Scaur. 48: recordamini illius L. Metelli pontifici maximi.